Dal 2013, nasce il mio laboratorio, situato sulla costa ionica a 15 km da Reggio Calabria, luogo intimo e curato pieno di ispirazioni per gli amanti dell'arte. L'atelier è aperto al pubblico per giornate di" Porte Aperte", visite ed eventi culturali.
Sulla statale ionica, a Bocale secondo, poco prima del lido calipso, una stradina quasi invisibile si apre tra canneti e case, così stretta che ci può stare una persona alla volta. Questa stradina conduce all’atelier di Tania Azzar, cui, per altro, si può accedere anche dal mare, risalendo una scalinata in pietra, in uno degli angoli più belli di questo tratto di costa. Al visitatore smarrito di fronte a tante suggestioni, Tania mostra i suoi “gioielli”, creazioni in rame raffinate ed eleganti, dalle fogge più disparate, e , inoltre, una vasta gamma di opere pittoriche che spaziano dalla riproduzione di interni, ai ritratti, agli astratti, alle nature morte, e testimoniano la straordinaria versatilità di quest’artista che, all’ingresso di uno spazio espositivo poco distante ha scritto “open”, sia come invito alla visita, sia come indicazione di una sperimentazione continua. Al punto che, chi volesse dare una chiave di lettura alle opere di Tania avrebbe non poche difficoltà: uno, nessuno, centomila, all’insegna di un identità che si spezzetta in infinite percezioni e costantemente si ricompone, secondo i dettami del “riprendere tempo, di creare una pausa, tra un movimento emotivo e l’altro, per restituire all’anima la propria integrità da cui ripartire per le successive realizzazioni. In questo movimento si inserisce la serie “Avvolto”, in cui, da un ripiegamento allusivo di una protezione ancestrale, si snoda un movimento ricco di plasticità corporea e pregnanza che trascende la fragilità. O come nella serie “Rencontre”, scrittura automatica dell’emozione, che lascia il posto al bagno di colore dell’astratto e all’indefinito delle sue forme. Ma altri punti mi preme sottolineare nell’analisi dell’arte di Tania. Il primo è la carnalità che si esprime nel cuore spaccato dei melograni, nella morbidezza dei volumi e nei colori accesi delle nature morte; il secondo è l’estrema affettività che emerge dai ritratti, punto di passaggio verso altre immagini: scale interne, uomo solitario che cammina, realtà intraviste oltre un arcata o una finestra, metafore di una ricerca dell’altro cui l’artista anela e su cui le piccole e delicate sculture che decorano e sostengono le pareti (alter ego dell’artista), danno con benevola ironia il loro assenso.
Rita Crisarà
Febbraio2018
On the Ionian state road, in Bocale secondo, just before lido calypso, an almost invisible road opens up among reeds and houses, so narrow that one person can fit in at a time. This road leads to Tania Azzar’s atelier, which, moreover, can also be accessed from the sea, by going up a stone staircase, in one of the most beautiful corners of this stretch of coast.
To the visitor lost in the face of so many suggestions, Tania shows her “jewels”, refined and elegant copper creations, with the most disparate shapes, and, moreover, a vast range of pictorial works ranging from the reproduction of interiors, to portraits, to abstract, to still lifes, and testify to the extraordinary versatility of this artist who, at the entrance to a nearby exhibition space, wrote “open”, both as an invitation to visit and as an indication of continuous experimentation.
To the point that whoever wanted to give a key to understanding Tania’s works would have many difficulties: one, none, one hundred thousand, under the banner of an identity that breaks up into infinite perceptions and constantly recomposes itself, according to the dictates of “catch up time , to create a break, between one emotional movement and another, to restore the soul’s integrity from which to start again for subsequent creations.
The “Avvolto” series is part of this movement, in which, from an allusive folding of an ancestral protection, a movement rich in bodily plasticity and significance that transcends fragility unwinds.
Or as in the “Rencontre” series, automatic writing of emotion, which gives way to the color bath of the abstract and the indefiniteness of its forms. But I would like to underline other points in the analysis of Tania’s art. The first is the carnality that is expressed in the split heart of the pomegranates, in the softness of the volumes and in the bright colors of the still lifes; the second is the extreme affectivity that emerges from the portraits, a point of passage towards other images: internal stairs, a solitary man walking, realities glimpsed beyond an arch or a window, metaphors of a search for the other which the artist longs for and on to which the small and delicate sculptures that decorate and support the walls (alter ego of the artist), give their assent with benevolent irony.
Rita Crisara
February 2018
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